UNA VITTORIA 100% CESENATE
La partita col Foggia (3 marzo 1974) fu un intreccio di giocatori che avevano giocato o che giocheranno col Cesena. In porta i rossoneri schieravano Gastone Giacinti, con il 10 il talentuoso Rognoni che verrà ingaggiato da Dino Manuzzi l’anno seguente e infine Scorsa in campo nella ripresa al posto del romagnolo Pirazzini.
La gara iniziò alle 15 a un orario comodo. Di gente non ce n’era troppa (16.000 spettatori) quindi si stava comodi. Io mi sistemai dove più mi piaceva, cioè al centro nel Curvone abbastanza in alto e direi finalmente, visto che nelle ultime partite ero stato sballottato un po’ qua un po’ là a causa dei pienoni degli incontri di cartello.
Ricordo perfettamente un episodio, perché mi colpì moltissimo: più in basso sotto di me sentii un gran trambusto, vidi un padre con un bimbo di 8-10 anni con una bandiera rossonera e diversi personaggi tifosi del Cesena che con urla e minacce gli impedivano di sventolarla. A me un po’ dispiacque per quei due tifosi del Foggia che non facevano nulla di male, in particolare il piccolo spaventato senza un vero motivo.
Però questo episodio fu importante perché dopo alcune partite, in cui il nostro Curvone era stato preso d’assalto dalle tifoserie organizzate avversarie (come i torinisti, veronesi, i tantissimi fiorentini e laziali, oltre a quelli delle strisciate perché troppi e si infilavano ovunque), si fece strada la convinzione e il volere che il Curvone doveva essere il fortino della tifoseria cesenate e solo per quella. Solo dal campionato seguente 1974-75, con la creazione delle Brigate Bianconere, ci sarà comunque il gruppo che farà rispettare questa regola non scritta: IL CURVONE SOLO PER I CESENATI!
A proposito di stadi, a quei tempi gli stadi erano di proprietà comunale, ad eccezione dell’Olimpico di proprietà del CONI e usufruito da Roma e Lazio. Quasi tutte le società pagavano un affitto piuttosto oneroso, il più caro era quello del comunale di Torino dove le due squadre cittadine versavano il 7% dell’incasso netto, mentre Inter e Milan davano al Comune il 6%. Gli affitti più bassi erano quelli del Verona (2%) e delle due genovesi che pagavano “solo” 250.000 lire a gara. Cesena e Foggia (assieme al L.R. Vicenza con una cifra simbolica di una lira) erano le uniche privilegiate che non pagavano nulla.
Torniamo alla partita contro il Foggia, decisa dalle reti di due cesenati doc, Catania con un gran sinistro nel primo tempo e Orlandi nel finale. Una vittoria dunque 100% cesenate e netta, agevolata dall’espulsione dello stopper Bruschini dopo un’ora circa di gioco Non ricordo parate di rilievo del nostro Boranga, forse c’era un rigore per il Foggia nei primi minuti ma l’arbitro fiorentino Ciacci fece cenno di proseguire. Il Cesena, nonostante mancassero ancora undici partite alla fine del campionato, era in una buona posizione di classifica che lasciava tutti più o meno soddisfatti. Alla gara con il Foggia seguì la trasferta in casa della Lazio e poi l’attesissimo derby col Bologna… allora a risentirci il prossimo 17 marzo.
MARZIO MAGNANI