


UNA SPLENDIA GIORNATA PER I MIEI 15 ANNI
È il 28 ottobre 1973, tre giorni prima del mio 15° compleanno, e alla Fiorita, con il Verona, arriva la grande occasione per vincere la prima partita in serie A. Si poteva e si doveva fare la storia dell’A.C. Cesena 1940.
Ero già al mio sesto campionato da tifoso, avevo cominciato a frequentare la Fiorita a 10 anni (1968-69) da solo o con compagni di classe, i miei genitori non mi accompagnavano, ma neppure mi proibivano di andare da solo allo stadio. I primi anni per entrare, visto che non dovevo fare il biglietto ma c’era l’obbligo di essere accompagnati da un adulto, mi accodavo ad una persona a caso a sua insaputa ed entravo… mi è quasi sempre andata bene. Dal 1972-73 iniziai a fare il biglietto e quell’anno (1973-74) il mio primo abbonamento (Ragazzi), 5.000 lire ben spese.
Arrivai allo stadio con buon anticipo come sempre e mi diede fastidio vedere nel nostro Curvone, che sarà poi delle Brigate Bianconere, la tifoseria ospite (le Brigate Giallo Blu), come già i torinisti tre settimane prima avevano occupato quel settore. Davanti alla nostra curva Sud erano parcheggiati in bella mostra sei pullman veneti ai quali – mi dirà in seguito Sigfrido Piccinini, uno dei futuri fondatori delle Brigate – furono tagliate le gomme. Personalmente non ricordo di incidenti, ma qualcosa ci fu di sicuro, considerato che successivamente le tifoserie avversarie saranno dirottate in curva Nord (Ferrovia), a parte qualche sporadico caso soprattutto quando gli ospiti arrivavano in massa.
Di quel Cesena-Verona ricordo una giornata di splendido sole, una giornata magnifica che sarà indimenticabile per me e per tutti i tifosi del Cavalluccio. La partita si gioca davanti a 17.000 spettatori, il Cesena è in formazione tipo contro un Verona che alle spalle ha cinque salvezze consecutive in serie A e si presenta come un avversario di tutto rispetto (a fine campionato scenderà in B solo dopo essere stato declassato all’ultimo posto per tentata corruzione). Gli scaligeri schierano in difesa l’ex Luigi Mascalaito (sarà uno dei migliori dei suoi), che aveva vestito il bianconero nel 1962-63 in serie C come attaccante segnando ben 11 reti, e che ormai a fine carriera, giocava da libero. A centrocampo c’era Sergio Maddè che da lì a qualche anno (1978) sbarcherà qui a Cesena con mister Giancarlo Cadé, che quel giorno era sulla panchina del Verona.
Il Cesena, come sempre ben registrato in difesa, per tutto il primo tempo tiene il pallino del gioco. Poche però le conclusioni in porta (4 a 2 per noi ma tutte finite fuori). Il secondo tempo è molto più spumeggiante, attacchiamo davanti alla curva Ferrovia e dopo 6 minuti arriva il gol partita. Toschi approfitta di un’errata corta respinta del portiere Belli, si avventa prima di tutti sul pallone e lo scaglia facilmente in rete. Seguono tre occasioni per raddoppiare, ma non riusciamo a segnare. A sei minuti dal termine il Verona resta in 10 uomini per l’espulsione dell’arcigno terzino riccionese (ex Rimini) Franco Nanni il quale, già ammonito nella ripresa per ripetuti falli sul nostro Toschi, aveva scagliato con violenza il pallone verso la panchina cesenate. Nei giorni scorsi La Gazzetta dello Sport, a 50 anni di distanza, ha ricordato quell’episodi passato alla storia per essere diventato il primo cartellino rosso sventolato in serie A (prima di allora le espulsioni erano decretate a voce dall’arbitro). “Stavamo perdendo e quelli del Cesena – racconta Nanni – perdevano tempo e quando il pallone finiva fuori ci mettevano una vita a restituirlo. Così persi la pazienza e calciai contro la panchina: più per stizza che per altro. Non colpii nessuno (sfiorò mister Bersellini e il vice presidente Luciano Manuzzi, ndr), ma venni espulso”.
In 11 contro 10 praticamente la partita finiva lì… con il trionfo bianconero! I migliori nel Cesena: Ceccarelli, Ammoniaci, Cera e Orlandi, oltre naturalmente a Giovanni “Topolino” Toschi l’artefice del gol vittoria, il primo del Cesena in serie A che ci regalò anche la prima vittoria. Il 28 ottobre 1973 è diventata per noi una data storica.
Marzio Magnani