

IL CAVALLUCCIO SUL CUORE
Se ne faccia una ragione chi non accetta che il simbolo della principale squadra romagnola sia associato al mare. Senza scomodare “Porto Cesenatico”, ovvero l’antico scalo portuale della città di Cesena, il nome del Cesena Calcio è storicamente e indissolubilmente legato al cavalluccio marino (diffuso specie nell’alto Adriatico), simbolo identitario e irrinunciabile per i tifosi bianconeri.
Non si conosce l’anno esatto della sua adozione, se non che alla stagione 1949-50 risalgono le prime fotografie con l’Ippocampo sulla maglia dei giocatori, in particolare del portiere Carletto Rognoni, fratello del cofondatore e presidente della società, il conte Alberto Rognoni, a cui si deve la scelta del simbolo. Foto d’epoca mostrano il Cavalluccio anche nello stendardo che la squadra esibisce nel 1953 per la promozione in IV serie. Inizialmente il suo utilizzo sulle divise da giocò è occasionale e con sembianza diverse. Lo ritroviamo ad esempio nel 1967-68, 1968-69 e poi nel 1980-81 con le nuove maglie della Pouchain (in forma stilizzata ideata dal celebre designer Piero Gratton), che però nel corso della stessa stagione sono sostitute dalle divise dell’Adidas senza simbolo.
Si deve attendere il campionato di serie A 1990-91 per vedere finalmente, in modo regolare e continuativo, lo stemma sul petto che nel 2005 è registrato all’Ufficio italiano brevetti e marchi. Con il fallimento nel 2018 dell’A.C. Cesena anche il simbolo del Cavalluccio marino finisce nelle mani del curatore fallimentare, costringendo l’amministrazione comunale a prenderlo in affitto per poi cederne l’utilizzo alla nuova società, che lo riacquista definitivamente due anni dopo. Perché, come cantava Lucio da Cesenatico, “Dal mare alla montagna c’è tutta la Romagna…”.
Giovanni Guiducci






