2017-18 SERIE B

Foschi rinnova per un altro anno e si mette al lavoro per allestire, attorno a Laribi, una nuova squadra, che però in estate ha perso Ciano e dopo la prima giornata e la pesante sconfitta di Bari (3-0), al fine di fare cassa in vista delle prossime imminenti scadenze, anche Crimi. Camplone non la prende bene. In compenso arriva Cacia, che al debutto da titolare firma una doppietta contro l’Avellino. Il vecchio bomber, però, si infortuna alla vigilia della trasferta di Vercelli che registra un’altra pesante sconfitta (5-2).

Ultimo dopo sette giornate, il Cesena esonera Camplone e  chiede aiuto a Fabrizio Castori, il quale fa una scelta di cuore e accetta.  Il tecnico di Tolentino prende in mano una squadra tecnicamente con dei limiti, ai quali si cerca di sopperire con qualità atletiche e caratteriali, sistemando la difesa, dando compattezza alla squadra e praticando il “suo” calcio in verticale e in velocità. Contro lo Spezia arriva subito una vittoria (1-0). Si segna tanto, ma anche tanto si incassa. Jallow va in rete con continuità, supportato da un Laribi, a cui giova il ritorno sulla trequarti, da un ritrovato Dalmonte (tornato dopo la lunga squalifica per doping) e da Moncini voglioso di ritagliarsi finalmente un ruolo da protagonista. Un suo gol ribalta nel finale la partita contro il Pescara di Zeman (4-2) tra mille emozioni. Lentamente, ma progressivamente, i romagnoli risalgono la china e dopo lo 0-0 di Parma, a due turni dal giro di boa, escono dalla zona retrocessione. L’inizio del girone di ritorno però non è positivo e si rimane a cavallo tra la zona salvezza e quella play-out.

Intanto il problema del debito societario si fa più allarmante. È ormai evidente che il Cesena è chiamato, da qui alla fine della stagione, a vincere due partite per garantirsi un futuro. Una in campo e una fuori. In campo la squadra di Castori, in virtù della vittoria ai danni del quotato Frosinone, esce dalla zona rossa, poi contro il lanciatissimo Parma compie un’impresa destinata a rimanere negli annali. A quattro minuti dal triplice fischio, il neoentrato Moncini sigla il pareggio e al 96’, con i romagnoli ridotti in 10, concede il bis (2-1) che fa esplodere il Manuzzi. Nelle restanti conclusive due gare il Cesena raccoglie gli ultimi punti che certificano la salvezza diretta sul campo. E ora “Riposatevi, ubriacatevi, fate l’amore ma non dimenticate mai il nostro Cesena. E buona estate a tutti”. Così salutano i tifosi della Curva Mare nell’ultima partita stagionale contro la Cremonese.

Ma non sarà affatto una buona estate. Si vorrebbe ripartire ancora da Castori e da Foschi. La possibilità di ripartire, invece, non ci sarà per nessuno. Durante la più turbolenta estate della storia del Cavalluccio, la società perde la “sua” partita, quella più importante. Dopo 78 anni di vita l’A.C. Cesena fallisce. Determinanti sono le ripetute bocciature, da parte dell’Agenzia delle Entrate, del piano di ristrutturazione del debito, presentato dalla società, a cui è seguita la richiesta di fallimento da parte della Procura della Repubblica di Forlì. Il 16 luglio 2018 la società comunica di aderire alla suddetta istanza fallimentare.

Impietosa, si abbatte sui bianconeri anche una pesante penalizzazione di 15 punti per la vicenda delle cosiddette “plusvalenze fittizie”.  L’A.C Cesena dunque chiude ufficialmente la sua storia in ultima posizione in classifica. Ma è come sparare ad un morto già sepolto. Ormai l’A.C. Cesena non esiste più. Il nuovo Cesena F.C. ripartirà dalla Serie D con la matricola del Romagna Centro di Martorano