1990-91 SERIE A

Per il quarto anno consecutivo il Cesena si presentò ai nastri di partenza della serie A con il confermatissimo Lippi in panchina.

A fare compagnia a Jozic, di ritorno dai Mondiali di Italia ’90 in cui aveva guidato la Jugoslavia fino ai quarti di finale segnando due reti, arrivò con il mercato di ottobre un altro reduce degli ultimo campionato del mondo, il brasiliano Paulo Silas, 35 presenze all’attivo con la nazionale verde-oro e già campione iridato juniores nel 1985 con il Brasile quando fu premiato come migliore giocatore della competizione.

Appena sbarcato in Italia, Silas si presentò in tribuna allo stadio di Bologna per assistere alla vittoria della sua nuova squadra, firmata da Massimo Ciocci, che proiettò i bianconeri al settimo posto. Nei giorni seguenti i campi di allenamento di Villa Silvia furono presi d’assolto dai tifosi euforici che non vollero perdersi i primi palleggi del brasiliano. Al suo debutto in campionato, in occasione di Cesena-Torino (2-2), il fuoriclasse sudamericano non fece che accrescere l’entusiasmo, realizzando un gran gol con una punizione-bomba. Il discorso salvezza non interessava più a nessuno.

Quello che sembrava l’inizio di un sogno si rivelò un incubo. Dalla domenica seguente seguì una sconcertante serie negativa di sconfitte, complici lo squilibrio tattico determinatosi con l’innesto di Silas e più in generale la perdita di quella umiltà che avrebbe dovuto contraddistinguere una “piccola” come il Cesena. La squadra precipitò in fondo alla graduatoria, nonostante i gol di Massimo Ciocci che invece si mantenne a lungo nei primi posti della classifica dei capicannonieri della serie A.

Il primo a pagare le spese della situazione fu inevitabilmente mister Lippi che, seppure a malincuore, il presidente Lugaresi esonerò al termine del girone d’andata. Nella speranza di ripetere l’impresa del 1981-‘82, la squadra fu affidata al direttore tecnico Lucchi, al quale fu affiancato dall’ex bandiera Giampiero Ceccarelli in possesso del patentino di allenatore di 2^a categoria. Scaduta la deroga concessa a quest’ultimo, fu il turno come nuovo allenatore “ufficiale” di Alberto Batistoni (altro ex giocatore bianconero) in possesso del patentino di 1^a categoria. Lucchi non riuscì a ripetere il miracolo e annunciata si concretizzò la retrocessione in B.

Come nel 1977 il quarto anno consecutivo di presenza in serie A si rivelò fatale per i colori bianconeri.