1989-90 SERIE A

Per sostituire Bigon, chiamato a Napoli alla corte di Maradona, arrivò direttamente dalla serie C un giovane allenatore di Viareggio che a soli 41 anni era il più giovane di tutta la serie A. Il suo nome era Marcello Lippi.

Le perplessità sul suo conto sembrarono trovare conferma non tanto per lo 0-3 subito al Manuzzi al debutto in campionato contro il Milan campione d’Europa in carica, bensì per l’1-4 incassato tre giorni dopo in coppa Italia ad opera del Messina, modesta compagine di serie B. La sua panchina fu pronosticata come la prima a saltare, invece l’allenatore viareggino riuscì prontamente non solo a rimettere la squadra in carreggiata, ma anche a produrre un buon gioco.

Per la prima volta nella loro storia i bianconeri potevano allineare fra le proprie fila tre giocatori stranieri: gli jugoslavi Davor Jozic e Vladislav Djukic e lo svedese Hans Holmqvist, che però Lippi non poté mai schierare contemporaneamente a causa dell’interminabile e “misterioso” infortunio dello scandinavo. Poco male. A parte Jozic, l’unico dei tre dimostratosi competitivo, furono gli italiani la vera forza del Cesena. L’asse della squadra era composto dal portiere Rossi, dal libero Jozic, dal regista Domini e dalla punta Agostini.

A cinque giornate dal termine, tuttavia, il Cesena era ancora terzultimo e a secco di vittorie da otto turni, ma soprattutto aveva davanti a sé un calendario che sembrava lasciare ai bianconeri le stesse possibilità di salvarsi degli Emirati Arabi di aggiudicarsi gli imminenti Mondiali in programma in Italia. Invece il giusto 0-0 sul neutro di Perugia nello scontro diretto con la Fiorentina, il fortunoso 1-1 con l’Inter (complice una zolla di San Siro che ingannò il portiere neroazzurro), l’ottimo 1-1 con la Juve e il provvidenziale 0-0 a Marassi (rigore fallito da Vialli) consentirono ai bianconeri di mettersi alle spalle quattro squadre a 90 minuti dal termine.

Ma non era finita perché per l’ultima giornata era previsto al Manuzzi un vero e proprio spareggio contro il Verona dell’ex Osvaldo Bagnoli. 6.000 sostenitori gialloblù riempirono la curva Ferrovia; i tifosi bianconeri erano però almeno il triplo e il loro urlo di gioia esplose liberatorio quando a 11 minuti dalla fine il solito Agostini realizzò il gol partita, che evitò lo spareggio contro l’Udinese e condannò i veneti alla B, ad appena 5 anni da uno storico scudetto. Lippi fu portato in trionfo sotto la curva Mare, mentre Bagnoli vide chiudersi amaramente il suo splendido ciclo veronese proprio a Cesena.

Oltre alla salvezza, nell’anno del cinquantenario della fondazione (1940-1990) il Cesena festeggiò la vittoria della formazione Primavera nel torneo internazionale di Viareggio