1978-79 SERIE B

L’esperienza dell’anno precedente indusse a partire senza grossi proclami e come obiettivo fu fissato un tranquillo e dignitoso campionato di transizione, considerato il rinnovamento a cui fu sottoposta la squadra. Vennero lanciati in prima squadra diversi giovani del vivaio, tra cui Adriano Piraccini. A fare da chioccia in campo non c’ea però più Pier Luigi Cera, ormai destinato alla carriera dirigenziale, il quale nel corso della stagione collezionerà una unica e ultima presenza da giocatore. Se nel passato la società aveva puntato su tecnici emergenti (Radice, Bersellini e Marchioro), per la panchina si preferì affidarsi al navigato Giancarlo Cadè.

Ciò nonostante si fece fatica a mantener le pur modeste aspettative e più di una volta la squadra si ritrovò ad annaspare in zona retrocessione, allargata dalla quella stagione 1978-’79 da tre a quattro posti.

In piena lotta per evitare la serie C fu coinvolto anche il Rimini di Helenio Herrera, il quale appena assunto come “consulente tecnico” aveva dichiarato: “Se da qui al termine faremo un punto a partita e due contro il Cesena ci salveremo”. Considerato che i punti previsti dalla tabella di marcia del “Mago” avrebbero difficilmente evitato la retrocessione, era evidente la provocazione dell’ex allenatore dell’Inter. Suo malgrado il derby romagnolo di ritorno vide la vittoria bianconera che affossò sempre più il Rimini e il giorno seguente i tifosi cesenati tappezzarono la città con manifesti listati a lutto recanti il nome di Helenio Herrera.

Il rischio di seguire i cuginastri in C1 attanagliò i bianconeri fino all’ultima giornata quando per evitare il quartultimo posto erano ancora in lizza ben sette formazioni raccolte in due punti, tra cui Cesena e Bari appaiate in classifica ed impegnate nello scontro diretto in programma in Puglia. Il pareggio avrebbe garantito la salvezza matematica ai bianconeri, ma non ai biancorossi penalizzati dalla peggiore differenza reti rispetto alle concorrenti. Per la delicata sfida Cadè lanciò nella mischia, per la prima volta da titolare, il ventenne Giovanni Zagati che ripagò la fiducia portando gli ospiti in vantaggio dopo un quarto d’ora di gioco e facendo gelare il sangue ai trentamila spettatori baresi. Ad inizio ripresa arrivò il prevedibile pareggio dei padroni di casa con il gol fantasma di Belluzzi (la palla inn realtà fu respinta da Piangerelli prima di vfarcare la linea di porta) e a quel punto le due squadre preferirono non farsi più male a vicenda, in virtù delle buone notizie provenienti via radio dagli altri campi.