1975-76 SERIE A

Visti gli ottimi risultati conseguiti sia con Radice che con Bersellini, il presidente Manuzzi continuò sulla strada degli allenatori di “belle speranze”. Per la stagione 1975-’76 toccò a Giuseppe Marchioro che come il suo predecessore era all’esordio in serie A.

L’avvio della stagione fu esaltante. Alla vigilia della terza giornata il Cesena di Marchioro era primo in serie A! Lo scontro al vertice si giocò al San Paolo davanti a 73.314 spettatori ufficiali che fecero di Napoli-Cesena del 19 ottobre 1975, la gara più vista nella storia dei bianconeri. I padroni di casa ebbero la meglio sul Cesena per 2-0.

La sconfitta costò il primato alla squadra di Marchioro, che però non perse il contatto con i vertici della classifica. Alla fine dell’andata il Cesena era terzo, dietro solo alle due torinesi lanciate ormai a fare un campionato a parte.

Il “miracolo Cesena” conquistò l’attenzione nazionale. Notevole curiosità destarono le sedute di training autogeno, a base di ipnosi e musica classica, a cui il dottor Magni sottoponeva i giocatori bianconeri. Particolare giovamento sembrò trarne l’estroverso portiere Boranga, diventato famoso per quel suo continuo mettersi e lanciare via il capellino durante la gara.

La squadra nel girone di ritorno accusò un calo che tuttavia non le impedì di continuare a fare parlare di sé. Il primo giorno di primavera 1976 il Cesena ospitò la Juventus capolista, lanciata verso la conquista dello scudetto, forte dei cinque punti di vantaggio sul Torino. Dopo 11 minuti di gioco gli ospiti erano già in vantaggio con Damiani. Il destino della gara sembrava segnato. Invece ad inizio ripresa Bertarelli con una zampata in spaccata sorprese Spinosi e Zoff, finalizzando in rete il cross di Rognoni. Al ’60 lo stesso Bertarelli, su suggerimento di Urban, concesse il bis. I campioni d’Italia in carica provarono a reagire, ma la difesa di casa resse anche grazie alla buona sorte, soprattutto quando un tiro di Bettega si infranse sul corpo del compagno Causio a due passi della linea di porta.

Quella storica vittoria segnò la storia del campionato. Il Toro si portò a ridosso della Juve e nel giro di poche giornate effettuò il sorpasso. Alla vigilia dell’ultima giornata la Juventus aveva un punto di ritardo rispetto ai granata che ospitavano il Cesena. Dopo avere fatto lo sgambetto a Madama i romagnoli vollero rimanere neutrali nella corsa per lo scudetto e così fermarono (1-1) anche il Torino, fino a quel momento sempre vittorioso in casa, ma la Juventus, battuta a Perugia (1-0), non ne approfittò.

Inattesa fu anche la sconfitta interna del Bologna contro l’Inter, che consentì ai bianconeri di agguantare al sesto posto i cugini rossoblù nei confronti dei quali vantavano una migliore differenza reti, che si rivelerà decisiva, grazie alla vittoria del Napoli in coppa Italia, per qualificare il Cesena in coppa Uefa.