1971-72 SERIE B

I primi tre anni di serie B erano stati assai tormentati in un carosello di allenatori. Per il torneo 1971-’72, su segnalazione di Paolone Ferrario, il presidente Manuzzi si affidò al trentaseienne Luigi Radice, il quale aveva iniziato ad allenare giovanissimo, dopo che un infortunio gli aveva pregiudicato l’attività agonistica di calciatore.

Dopo le prime esperienze alla guida di Monza e Treviso, il tecnico milanese si presentò in Romagna come uno dei più promettenti allenatori della “nuova generazione” ed il suo arrivo impresse una svolta nella mentalità e nel modo di lavorare al Cesena. Ambizioso, dal carattere non docile, chiarì subito con il presidente che non voleva interferenze nelle scelte tecniche. Nello spogliatoio era considerato un “Sergente di ferro”, ma i giocatori lo stimavano e lo seguivano. Praticò un gioco moderno e i risultati si videro subito.

La squadra si inserì presto nei quarti alti della graduatoria e si guadagnò il titolo di squadra rivelazione. Dopo quattro vittorie casalinghe consecutive, il successo di prestigio contro la favoritissima Lazio ed il pareggio in casa della capolista Perugia, si iniziò a parlare di serie A e di ampliare ulteriormente la Fiorita, per soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più numeroso che a fine campionato si meriterà il primo premio disciplina F.I.S.S.C. (Federazione Italiana Sostenitori Squadre Calcio).

L’interesse attorno alla squadra si diffuse in città e non solo, anche in piazze fino a quel tempo rivali come Forlì e Ravenna. Fu così che il presidente Manuzzi incominciò a parlare di squadra “Romagna”, un sodalizio che doveva nascere dall’unione di forze diverse in grado un giorno di competere con il Bologna per il primato regionale e con gli squadroni metropolitani di serie A. Come prima tappa propose un’unione tra Cesena e Forlì, ma dal capoluogo respinsero la proposta sdegnati temendo (probabilmente a ragione) che si trattasse di una sorta di annessione. Per continuare a coltivare il grande sogno della serie A Manuzzi dovette fare affidamento solo sulle proprie forze.

Neanche sul campo però i tempi erano ancora maturi. L’imprevista sconfitta casalinga con il Como (0-1) a nove giornate dal termine estromise il Cesena dalla corsa promozione. Sfumato il sogno, i tifosi rimasero in trepidazione per il futuro di mister Radice, corteggiato da club di serie A, considerato che alla scadenza concordata del 30 aprile non era stato raggiunto un accordo sul suo rinnovo contrattuale. Si arrivò alla penultima settimana di campionato quando finalmente fu siglato l’accordo che legò Radice al Cesena per un altro anno. I tifosi potevano tornare a sognare.