1961-62 SERIE C

Scongiurato seppure in extremis l’incubo di un’immediata ricaduta in serie D, si aprì una nuova crisi societaria. Nel 1961 il Consiglio direttivo si dimise e l’assemblea dei soci, riunitasi alla vigilia della nuova stagione, nominò Commissario straordinario, al posto del professor Spazzoli, il conte Rognoni, il quale dopo un’iniziale reticenza accettò l’incarico.

Con il ritorno del fondatore del Cesena Calcio, che comunque aveva sempre conservato la proprietà societaria, fu rinnovato l’ambizioso progetto di vincere il campionato, considerato che solo il primo posto garantiva la promozione in B. Nonostante gli scarsi risultati della stagione precedente, si ricorse ancora a giocatori di nome o meglio provenienti (scartati…) da club di serie A nei confronti dei quali Rognoni poteva vantare buoni contatti.

Riuniti i tifosi al Ridotto del Teatro comunale “Bonci”, Rognoni annunciò, tra l’entusiasmo dei convenuti, i nuovi prestigiosi arrivi. Annibale, Brunazzi, Valenzano e Colombo arrivarono dall’Inter, Rossi fu ceduto in comproprietà dalla Juventus, Leoni, Robotti e Beraldo (ex Milan) avevano militato nel Genoa.

L’Amministrazione comunale non fece mancare il proprio contributo e completò la copertura della tribuna, raddoppiò la capienza del settore popolari e destinò il terreno adiacente allo stadio (antistadio) a campo per gli allenamenti, fino a quel momento sostenuti sull’ormai esausto e malconcio prato della Fiorita.

C’erano tutti i presupposti per una grande stagione che vide il Cesena partire come una delle favorite del girone. Dopo un inizio di campionato con il freno a mano tirato, i bianconeri imboccarono la strada giusta e risalirono la classifica, nonostante il gioco espresso dalla squadra non fosse dei più spettacolari. Pur disponendo di giocatori di categoria superiore, i romagnoli si adeguarono al modulo di gioco in voga in Italia in quegli anni, il celebre “catenaccio”. Questo atteggiamento difensivistico se da una parte garantì al Cesena di avere la seconda miglior difesa del torneo, dall’altra non gli consentì di conservare il contatto con le prime posizioni. Vani furono gli avvicendamenti tecnici alla guida della squadra che negli ultimi due mesi del campionato racimolò una sola vittoria.

Tratto da: “Storia del Cesena Calcio“, Historica