Cesena-Genoa 1973-74. Le biciclette degli spettatori ammucchiate fuori dal Curvone
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Cesena-Genoa 1973-74. La Curva Sud (foto Nanni)
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ALLO STADIO AI TEMPI DELL’AUSTERITY

La foto della Fiorita in Cesena-Genoa del 2 dicembre di 50 anni fa, con le biciclette accatastate, è lo specchio di un’epoca, quella della “Austerity” quando si andava allo stadio con i (pochi) mezzi pubblici, in bici o a piedi e anche a cavallo. Il termine “austerity” indica quel periodo, tra il 1973 e il 1974, durante il quale molti governi dei paesi occidentali, compreso quello italiano, furono costretti ad emanare disposizioni per un drastico contenimento del consumo energetico, in seguito alla crisi petrolifera del 1973. Dal 2 dicembre di quell’anno venne imposto il divieto di circolazione nei giorni festivi dei mezzi privati, pena pesanti sanzioni amministrative fino ad un milione di lire. Fece scalpore l’attrice sex symbol Sylva Koscina, passeggera di un’automobile che tentò di violare il divieto. Per gli spostamenti domenicali i cittadini ripiegarono sul trasporto pubblico, bus turistici e sull’uso della bicicletta. Furono bandite le insegne luminose animate e di grandi dimensioni. Il telegiornale della sera del Programma Nazionale della Rai, che dal 1976 diventerà il TG1, fu definitivamente anticipato alle ore 20. I cinema chiusero alle 22. Dall’aprile 1974 le misure verranno allentate e sarà autorizzato il traffico domenicale privato a targhe alterne (pari e dispari). Il provvedimento avrà efficacia ridotta rispetto alle previsioni, anche perché molte famiglie disponevano di una seconda vettura. Le disposizioni restrittive del traffico privato saranno abolite di fatto nel giugno 1974.

IN AUTOBUS IO E PINO. Quella domenica io quindicenne e i miei genitori eravamo stati invitati a pranzo da mio fratello maggiore “Pino”, il quale abitava a San Mauro in Valle che raggiungemmo con una Fiat 128 azzurra. Eravamo infatti dei privilegiati, in quanto mio padre aveva un’autorimessa con varie licenze di auto a noleggio che potevamo circolare anche in regime di austerity. Finito il pranzo dissi che sarei andato alla Fiorita (avevo l’abbonamento “Ragazzi”) perché non mi volevo perdere la mia quarta partita di serie A per nessuna ragione. Pensavo di andare a piedi e mio padre si offrì di accompagnarmi in macchina, ma non volevo approfittarne… Intervenne allora mio fratello: “Vengo anch’io e andiamo in autobus!”. E così sarà l’unica volta nella mia vita che andai allo stadio in autobus e anche con Pino che sì era mio fratello, ma i 13 anni di differenza ci avevano impedito di frequentarci a sufficienza. Poi la malattia lo stroncò 17 anni fa e quel Cesena-Genoa è stata una rara occasione in cui uscimmo insieme noi due soli. Arrivati nel Curvone ci disponemmo in basso sui gradoni di cemento verso la tribuna per non prendere in pieno il vento gelido che imperversò tutto il giorno, limitando l’affluenza allo stadio (appena 7.692 paganti oltre ai quasi 6.200 abbonati). Notevole fu, invece, la presenza dei tifosi genoani, arrivati con undici pullman, e finalmente sistemati in curva ferrovia, dopo che torinisti, veronesi e in parte i laziali avevano occupato impropriamente i gradoni del nostro Curvone. Alla fine fu un pareggio che non mortificò nessuno e per me, il Cesena che giocava in serie A e in casa non perdeva, era già tanta roba.

LA PARTITA. La cronaca è racchiusa in tre episodi. 1) Un mani in area di Maggioni, che impedì a Braida di raccogliere il cross di Savoldi II, indusse l’arbitro Casarin a decretare il rigore per il Cesena (30’). Spalazzi deviò in angolo il tiro di Bertarelli, già al secondo errore dal dischetto (il precedente a Foggia che ci era costata la vittoria). 2) Con i bianconeri in costante attacco, i rossoblù passarono in vantaggio in una rara sortita in avanti: Ammoniaci, in anticipo su Mariolino Corso, scivolò al momento di rinviare e l’attaccante genoano ne approfittò per sospingere facilmente il pallone in rete da un metro (75’). 3) Il Cesena si riversò in attacco a pieno organico e poco dopo (81’), su un cross a rientrare di Ceccarelli, Toschi (subentrato a uno sconsolato Bertarelli) infilò Spalazzi imparabilmente. 

Il Cesena conseguirà una brillante salvezza mentre il Genoa terminerà all’ultimo posto in classifica.

Marzio Magnani

Cesena-Genoa-1973-74.-Bertarelli
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