Contro la Juve e l’arbitro Lo Bello… c’è poco da fare

Domenica 7 aprile 1974 è una bella giornata di sole. Parto prestissimo da casa per andare allo stadio a vedere Cesena-Juventus, importantissima e sentitissima partita. Gli spalti sono gremiti da oltre 32 mila spettatori… più quelli appollaiati sugli alberi. Il pubblico cesenate e juventino è mischiato nei vari settori e i colori bianconeri sono un po’ ovunque. Anche gli alberi sono pieni di tifosi… appollaiati. Nel Curvone riesco a trovare posto nella mia posizione preferita, in alto al centro.

Il Cesena, pur orfano di Ceccarelli, Bertarelli e Braida, non rinuncia a giocare, anche con belle trame in attacco, dove schiera la “leggera” e inedita coppia Toschi e Tombolato che però può fare poco di fronte ai bravi mestieranti difensori juventini Spinosi, Gentile, Morini e Salvadore. La sconfitta, decisa dai gol di Anastasi e Altafini, purtroppo non è mai in discussione.

Al termine della contesa mi dirigo verso la tribuna per vedere i grandi campioni della Vecchia Signora e nella confusione ne intravedo qualcuno, ma non riesco a farmi fare gli autografi. Pazienza.

In serata alla moviola della Domenica Sportiva scopriamo che il rigore di Zoff su Festa era netto, ma contro le grandi c’è poco da fare… L’arbitro Concetto Lo Bello, pur meritando il voto più alto dei tabellini, non l’ha visto. Amen. Poco male, è una sconfitta che si può sopportare, la salvezza a sole sei giornate dal termine è vicina. Io già penso alla partita della domenica successiva contro la Sampdoria e spero di fare un punticino.

MARZIO MAGNANI